Roberto Di Molfetta
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Tanto forte l'amor mi prese Tanto forte l'amor mi prende, che da dantesco affetto coloro i vaghi tuoi moti del corpo; e sublime mi giunge la forma gentile, e gli amorosi occhi, dolci luci in tenebrosa ed ostile vita; e premendo il petto mio, da ardente desiderio vinto, vedo l'amore, assoluto amore, esser forte e coraggioso, a donarmi il divino tuo sguardo, soavi le belle parole e la suprema passione. Leggera la mano, a sospirar protesa Leggera la mano, a sospirar protesa, scansava la rossa chioma; ed il bel volto illuminava, com'ella di desio splendea, si ch'el cor mio avvolto pareva e domo. Laudata dal gentil gesto, con mirabile figura, la sua, sublime, lontana dal volto mio riandava: si ch'el cor mio, amorosamente vinto, giaceva. Lasso, il pensier suo non più riamava i moti del caldo mio amoroso senso, poiché io dell'apparenza esterna non l'adornava; si ché, disperata, pensava l'amor mio esser spento. La compagna amata, la serena donna mia sognata più non vidi, poiché dell'amorosa fiamma celavo il calore; si ch'ella non più riapparve in novello dolore, si ch'ella, da pietade mossa, dagli occhi miei scomparve. Alla donna mia, libera e non già doma L'amavo libera e non già doma, la sublime amata, non costretta dal quotidiano affanno; era rossa perla nel mio cuore, nascosta luce in assoluto amore. Era gioiosa speranza, suprema bellezza, vivo ricordo ed insieme mio orgoglio; gentil donna o sorridente fanciulla, io l'amavo senza più riavermi, senza sognar per me altra vita e luce. Pensiero di nostalgia Potevamo amarci, tra la folla soli. Ma rimane del sogno spina e non rosa, pietra e mai zaffìro; morente desiderio tra sudate mani, fragile rondine unita a un destino superbo d'amore. Arcani mondi nascosto l'amore Tante volte ho meditato su nubi dell'animo sognante; e trascese le porte del tempo sino all'infanzia, fino al giaciglio degli eventi, ho guidato il pensiero, risalendo il ruscello della memoria. Donato nostalgico il piacere pe'l moto del presente, e rimpianto per non aver amato con tutto me stesso le emozioni più intense, ancestrali sensi dell'Universo che vive e sente l'immenso. Fu quel tempo, splendido, in cui amar è l'essenza, se l'esser vivi è la gioia d'amor più vera; ma l'esatto modo onde il cuor si tese alla felicità dell'istante, m'aprì più tardi ferita assai grave: scoprii, vano il desio d'un perdono, fatui la natura perigliosa e i mondi, amaro il calice del quotidiano, ipocrita il Golgota dei giusti. D'odio orrido il petto squarciato, singulti e lacrime promise allora il mondo, quand'anche ebbi vinto la vista dell'ingiustizie anticamente celate. Erinni moderne ghermirono poesie di fanciullo, benedetto dall'alito vitale della Natura, creatrice la beltà e 'l valore: non più giochi tra versi votati alla grandezza; né più mai saliranno come canti d'olimpionica serenità, a suonar cari alle Grazie, alla Bellezza, i suoni d'Amore. Incarnerà tristezza il canto d'ogni mio anelito di vita, d'ogni sospiro: la notte più luminosa scenderà fin nel cuore di colei che, incosciamente, m'illuminò sul mondo, privandolo con la sua nobiltà d'ogni fascino d'altra letizia. |
Senza istinto, se tu m'amassi Senz'ora alcuna io ti penso, belluina, atavica, passione di ragazza; ma dei sogni l'otre è colmo, o sì, colmo del deluso tempo, del non più riaversi. Saprei, ma non voglio, vedere quel dolore d'amore assente, stanchezza dell'amare per noia, morbo del mio tempo, consumo dei corpi: si usano, dentro vuoti; ma sono io già morto. Non accettarlo, non accertarlo, non accettarlo è tormento. Lo scrivere copioso è copioso supplizio sul rimpianto, non accettarlo è agire invano, come fu dolente ogni passo nella lotta mia, personale, contro l'umano invitto inconscio, derivazione da belve, madre dei sentimenti di donna, arbitro indifferente che osserva e l'infelice ed il gioioso tempo. Ho costruito un tempio Non trascritta Nel ricordato luogo insuperati affetti Non trascritta Dolente i sogni Ti siano amiche, ragazza mia, le antiche stelle, e brillante la sera doni una cornice più intensa e viva del mio amore passato; ora, qui, io placo antichi desideri come dolenti e feroci i sogni giungono ancora a ferirmi e le passioni d'anima profonda, nave sferzata da ampie ed aspre nubi, come sentimenti maturi, vissuti nel dolore, trattengono sommessa solo una affannosa speranza: che tu taccia. Ad ogni mio passo di vita rinnovata, il silenzio più saggio, martirio evitato, dischiude quel fiore d'incanto smarrito tra i frutti, capricciosi, amari, dell'estasi del nostro incontro. Quell'immenso tormento di saperti accanto con la tua vita nella mia vita, crudele, lontana dal filosofo ed inconsapevole sua dannazione; crebbe il sentire mio dispotico, nelle spossate sembianze che destavano èbra nello specchio la coscienza dall'averti sognata. Consapevolezza mille volte crucifissa d'avermi destato da quotidiane certezze, ora sepolte in tardo e gravoso richiamo. Dov'è la mia sposa ? Dov'è la mia sposa ? Ogni stella che nel fiume ritrova la sua immagine illumina ancor più il mio pianto, pur nella nostalgia magica d'ogni sentir passioni. Dov'è la mia sposa ? Era la luce nelle ore più oscure ed adesso il buio m'avvolge: come potrei non cercare i suoi occhi, salvezza nella caduta; come non desiderare la sua voce, porta per la mia anima più vera. Io credo in te, o sognante falco dei ricordi: aguzza potente la vista, cogli ogni piega del terreno, per strappare al freddo oblio delle cose le immagini del passato: se ancor v'è uomo la cui vita potrà dirsi felice, allora prego il Destino, affinché conservi in me la speranza di rivedere quella creatura, unica e sola che può donarmi felicità. Dov'eri Non trascritta Io ti amo T'amavo, scoprendoti grande, e l'animo infinito, per tua mano, dipingeva il volto di una fanciulla di bell'aspetto. Espressione d'assoluto, ella avea la poesia come rivale, quando l'imprimevi d'incanto sul foglio del quotidiano. T'amavo, scoprendoti grande, e l'animo infinito, per mano tua, dipingeva il volto di una fanciulla di bell'aspetto. Nel gesto tuo dipinto, l'esistenza mia, ora immaginata, vissuta gioendo fieramente dell'averti accanto. Se un amore muore Quando l'amore muore un fiore più non nasce dentro te, non più profonde speranze dall'animo inquieto. Valente sospiro da una brezza nascosto, neanche la natura è con te, neanche un paese od una foglia sono sicuri spazi da contemplare. Quando un amore muore hai degli occhi differenti: ed ogni notte diventa fredda quando l'amor tuo ferito si spegne, mentre scompare e già smette di soffrire. |
L'opera poetica è di
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