La Dialettica Storica

Autore

Roberto Di Molfetta



Rielaborazione originale su testo del

Prof. Paolo De Nardis




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Dialettica intraindividuale

- Dialettica fisico-biologica propria della persona.
- Dialettica psicologica propria della persona.
- Dialettica in riferimento al pensiero volontario individuale.

Dialettica sociale

Agisce su ogni fattore precedente, reagendo con ciò alla dialettica intraindividuale.Causata dal persistere della cultura precedente a quella generazionale, concretamente presente in:

- Usi. Ogni uso prevede una funzione, per l’individuo, un gruppo o per l’universo sociale considerato.
- Manufatti.
- Tradizioni.
- Simboli. Trasmessi nel tempo.

Ogni ricerca scientifica che non ne ponderi il peso rispetto al transuente è epistemologicamente improponibile.

Dialettica interindividuale o intergruppi

Risultato dell’interazione tra le precedenti dialettiche. Agisce su ogni fattore precedente, reagendo con ciò alla dialettica intraindividuale.

Dialettica storica risultante

Storiografia = registrazione dei fatti.
Analisi storica = varie conoscenze scientifiche come la storiografia.

Necessitano di

- Verifiche specialistiche.
- Metodi propri.

Pretendono di

- Determinare leggi.
- Anticipare fatti.

I valori esistono come discernimento derivante dall’etica. I fatti sono conosciuti come descrizioni degli stessi generate dalla scienza.


Etica                         →                  valuta                                      prescrive

Non sa ma dovrebbe giudicare ciò che le conoscenze scientifiche descrivono. Obiettivo: scegliere.

Scienza                      →                 spiega                                      descrive

Non giudica ma dovrebbe conoscere e spiegare i fatti in modo oggettivo. Obiettivo: conoscere.


Un progetto politico non può che nascere inizialmente da una dialettica intraindividuale. Da qui l’importanza relativa all’interazione tra singolo agente politico e gruppo-comunità di riferimento. Centralità delle reti comunicative affinché il progetto di un individuo sia elaborato, conosciuto, diffuso, apprezzato senza distorsioni o decodifiche aberranti.

Allo stesso tempo il progetto deve considerare, scientificamente ed eticamente, usi, manufatti, tradizioni, simboli, non trascurando di considerare eventuali passaggi di transizione, nel modificare con l’agire politico gli stessi. La mancanza di gradualità impedisce alla storia di assimilare gli stessi cambiamenti che altrimenti potrebbe essere considerati pianificabili partendo dalle scelte etiche, ideali, relative alla necessità della politica di intervenire sulla società globalmente in settori specifici. Ciò costituisce un principio per integrare la dialettica sociale nel progetto politico.

La dialettica storica è praticamente impossibile da determinare nell’assoluto dettaglio, più facilmente determinabile nel medio termine, progettabile nel lungo termine. Essa può essere conosciuta meglio, più che come progetto, come fatto acclarato. Laddove abbiamo un progetto politico vi è maggior influenza di leggi scientifiche predittive: si riduce perciò, lo spazio per la storiografia a favore delle scienze sociali produttive di costanti e variabili massimamente oggettive, come date, rapporti causa-effetto, coordinate spaziali, rapporti matematici e statistici. L’approccio può essere multidisciplinare e l’intuito, il carisma, l’abilità personale risultano essere a carico di colui o coloro che assumono l’impegno di realizzare il progetto medesimo. Queste qualità, appunto, personali, non possono essere facilmente determinate perché non comparabili entità umane come carisma o persuasività. Occorre una risistemazione generale delle scienze comunicative. Dove, invece, abbiamo necessità di conoscere i fatti storici, è possibile verificare in modo comparativo, relativamente al contesto, l’effetto di qualità personali utlizzando la storiografia.

Riprendendo i concetti chiave del marketing, abbiamo prospettive relative a

- Gli OBIETTIVI da realizzare

- Al CONTESTO (target per il marketing) che il politico deve coinvolgere, per comprendere il quale deve necessariamente affidarsi ad una conoscenza il più possibile oggettiva, scientifica, che può aver acquisito personalmente oppure tramite la consulenza di un pool di esperti o con la consultazione di coloro che possono essere interessati agli effetti della pianificazione politica (ancora più specificatamente, il 'target dell'amministratore') ovvero ad una consultazione di chiunque possa essere considerato, con opinione personale o generale o di una pre-consultazione atta a realizzare lo scopo, adeguato per esperienza diretta o indiretta a partecipare alla genesi sociopolitica del futuro progetto politico. Si debbono richiamare necessariamente i principi metodologici della ricerca sociologica: dati acquisiti come fatti storici o statistici in ogni settore interessato con relativa analisi degli stessi rispetto agli obiettivi e alle successive strategie di attuazione, sondaggi, osservazione partecipante.

- STRATEGIE, di breve, medio, lungo termine, atte a realizzare gli obiettivi prefissati. Le strategie tengono conto di alternative, delle leggi ed esperienze economiche, ma non possono mai dimenticarsi delle passioni, dei sentimenti, delle abitudini del contesto sociale di riferimento pena il rifiuto non tecnico ma umano dell'intero progetto, abbandonato all'arido tecnicismo che solo singoli esperti, e talvolta neppure loro, ammettono poter sostituire l'attività decisionale ed applicativa delle volontà politiche. Un progetto politico non è astrazione, ma è piuttosto intimamente legato alla psicologia dei singoli, dei gruppi di riferimento, spesso molteplici, degli stessi. Allo stesso tempo, eticamente le strategie non dovrebbe occultare particolari socialmente sgraditi per giungere comunque o più rapidamente a realizzare gli obiettivi prefissati. Ma il problema, secolare, considerato filosoficamente e a più riprese, non è di pertinenza che di un discorso meno scientifico e nasce piuttosto a monte; si dovrebbe evitare di progettare senza chiarimenti sul concetto di segreto strategico. Ma, altrettanto umanamente come l'attività politica professionale, si considera il problema etico irrisolvibile scientificamente partendo dalla considerazione che la scienza non giudica se stessa ma può al massimo conoscersi e conoscere. Il quesito, riflessivo, su un'etica della scienza non è parte di un progetto politico considerabile ma propedeutico ed esterno ad essa.

- TEMPI di realizzazione, tenendo conto di costanti relative alla natura, agli esseri umani, all'interazione tra mondo inanimato ed esseri umani, con la possibile creazione di individui o gruppi di studio che, esternamente, controllino i tempi medesimi senza mettere in gioco i loro interessi nel progetto iniziale. Un gruppo, cioè, di ispettori politici, eticamente irrobustiti da gruppi di controllo di cittadini comuni e tecnicamente coadiuvati da esperti dei settori coinvolti dai precedenti punti. Gli stessi punti precedenti possono avere loro gruppi di controllo esterni, tenendo conto che il mandato politico, detenuto dal leader o dai leaders impegnati, non può che significare libertà di manovra soprattùtto sul modo e sulle strategie di attuazione di obiettivi che, programmaticamente, possono essere illustrati ma non pienamente assimilati dall'intero contesto sociale esterno a quello interessato, in maniera direttamente proporzionale alle difficoltà tecniche, spesso irriducibili (basti pensare a mutamenti nel settore lavorativo suscettibili di modificare le abitudini di grandi centri abitati, considerando la costruzione di infrastrutture all'interno di un piano di riordino urbanistico, con progetti ingegneristicamente avanzati, senza precedenti confrontabili). Questo significa che la comunicazione diretta del progetto politico ne permette il realizzarsi nei tempi giusti ed accettati dall'opinione pubblica non mediante l'esatta conoscenze dei dettagli tecnici interessati, ma attraverso un accordo, un prestito fiduciario umano ed insieme cognitivo sulle capacità generali che si presuppone abbiamo i politici interessati e sulle modalità con cui intendano realizzare il medesimo progetto.

- RISULTATI sia in senso assoluto, rispetto a quanto ci si attende che la politica abbia da produrre in un momento storico dato, sia relativo agli obiettivi prefissati, che sono perfettamente realizzati relativamente alle strategie e ai tempi prescelti.

- La sociologia ha come oggetti scientifici i fatti sociali. Partendo da dati reali, si passa a concetti sociologici, cioè categorie logiche che permettano di riferirsi ad essi con un riferimento che sia univoco. Il primo fattore rilevante scientificamente è il concetto di organizzazione sociale. Con questa espressione si sintetizza l’insieme di relazioni sociali e comunicative e dei rapporti di produzione vigenti in una società, ontologicamente così come essi sono, senza giudizi morali, tenendo conto soltanto di quelli stabili in un periodo di tempo considerato. Meccanicamente, organizzazione sociale è trasposizione linguistica del reale considerato storicamente come fatto sociale. La sociologia, su questo livello, può essere vista come un modo diverso di vedere la storia rispetto alla storiografia classica. Ciò che conta per entrambe è conoscere, ma per la sociologia i fatti sociali sono l’oggetto specifico. Superando questo stallo storico, si può vedere la storia stessa nient'altro che come fatto scaturente dalle dialettiche sopradescritte e quelle meccaniche, non umane, studiate dalle scienze naturali. Le leggi matematico-statistiche, quando è possibile utilizzarne le tassonomie ed i concetti in studi non puramente astratti, servono a rappresentare, tramite codici simbolici diversi dai linguaggi sociali, i rapporti oggettivi studiati dalle scienze naturali, umane e sociali.





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