Raccolta di appunti personali ed estrapolazioni Roberto Di Molfetta ·Ferdinand Tonnies COMUNITÀ E SOCIETÀ ed. Comunità 1. La comunità è un rapporto reciproco sentito dai partecipanti, fondato su di una convivenza durevole, intima ed esclusiva. La vita comunitaria è sentita (implica comprensione, consensus), durevole, intima (confidenziale), esclusiva; al contrario, la vita societaria è razionale, passeggera, più superficiale, tendente ai rituali e alle cerimonie come apparenze, pubblica.
2.
I rapporti di affermazione reciproca, se positivi, danno origine ad
associazioni: la comunità è un'associazione organica (sentita dai
partecipanti), la società è un'associazione meccanica, artificiale e recente. L'Autore distingue comunità di lingua, di costume, di fede; società di profitto, di viaggi, di scienze. La società è il pubblico, il mondo: "in una comunità con i suoi una persona si trova dalla nascita, legata ad essi nel bene e nel male, mentre si va in società come in terra
straniera" 4. Sono leggi fondamentali della comunità: - Assuefazione (parenti, coniugi, vicini, amici); - comprensione; - vita comune (concordia). - La comprensione è tacita, "la concordia non può venire costruita". - La comunità è unità nel differente, in essa le disuguaglianze reali non possono però essere troppo accentuate. - L'amicizia si fonda su un modo di pensare concorde e dalla comunanza di arti e professioni [...]. L'uomo si lega con le proprie opere, con il territorio, con la casa: possesso e godimento reciproco di beni comuni caratterizzano la vita comunitaria. Glossa RDM: come uno scultore, ho voluto togliere testo, cosa che ho notato spesso migliora il risultato di molti testi sociologici (anche i miei appunti, potrebbero dire non soltanto i più smaliziati lettori). Il risultato è di evitare un certo ingenuo fideismo comunistico e, contemporaneamente, conservare la fontamentale intuizione di Tönnies: quella di osservare nel mondo occidentale a lui contemporaneo una determinante e sostanziale differenza tra il mondo preindustriale, in cui gli uomini si trovavano l'uno al fianco dell'altro a 'creare', letteralmente, la comunità, riproponendo generazionalmente i valori tramandati dagli avi nei costumi, nei dogmi religiosi, negli usi, nei mestieri, nelle nozioni, poiché legati al territorio modellato dalla storia, secolare e agricola per le moltitudini, e il mondo industriale, in cui il centro generazionale è una unità sin troppo sproporzionata rispetto a mutamenti così rapidi per la società industriale e, oggi, post-industriale, che gli appartenenti a qualunque società non possono realmente interiorizzare abitudini, valori, culture, le quali, più che differenti, vengono piuttosto giudicate in modi differenti, sia per le molteplicità comunicative, capillari e divergenti per le immagini del mondo diffuse, che per la fusione tra culture differenti; questa fusione crea, insieme all'innovazione tecnologica, un continuo spostamento in avanti del baricentro affettivo, morale, storico individuale, al punto che una maggiore superficialità nei rapporti umani dovrebbe essere considerata, dopo Tönnies e comprendendo Tönnies, un obbligo, sia per evitare il collasso psicologico dell'individuo sia per continuare a mantenere elevato il ritmo che alimenta le dinamiche della sua organizzazione sociale. RDM Nuovo Sito: www.appuntidiscienzesociali.it
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