Scheda sintetica su

Georg Simmel


Testo Integrato e Redatto da
Roberto Di Molfetta




1858 (Berlino) - 1918 (Strasburgo). Sociologo tedesco. Con Tönnies, Simmel considera rilevante, accentuando l'interpretazione teorica di Tönnies stesso, una sociologia proponente alcuni possibili modelli sociali. Secondo il sociologo, una sociologia come scienza di particolari società non avrebbe un oggetto o lo dovrebbe cambiare continuamente. Simmel intende la materia d'indagine sociologica la "sociazione". Il termine vuol significare che esistono rapporti senza variazioni e che tali rapporti costituiscono il materiale sociologico, indipendentemente da ogni società. Le manifestazioni ("forme") che rendono effettiva la "sociazione" permettono il sussistere della sociologia come disciplina. Non è arbitrario sostenere che Simmel vuole analizzare la società in quanto società non in quanto questa o quella società. Lo studio di particolari società non avrebbe fondamento per Simmel perché avrebbe fondamento non durevole. La sociologia per il sociologo tedesco vaglia la società in sé. Questo è lo scopo della sociologia "formale" di Simmel.

Riallacciandosi a Kant, Simmel ritiene che esistono "a priori sociologici" così come esistono a priori per la conoscenza. La conoscenza, in Kant, è possibile in quanto i dati dell'esperienza vengono organizzati dagli a priori (tempo, spazio, quantità, qualità, relazione, causalità), presenti nella nostra mente. Avviene lo stesso, secondo il pensiero di Simmel, per la "sociazione". La società, in Simmel, è possibile in quanto vi è una disposizione dell'individuo a entrare in relazione con gli altri al di là delle relazioni tra singoli. Risolto il problema del metodo e della fondazione della sociologia, Simmel tratta molti argomenti, che sono spunto per le opere di sociologia più rilevanti: della differenziazione sociale, del denaro, della società metropolitana. Per ulteriori approfondimenti, si rimanda ad un collegamento sul pensiero di George Simmel.


La Filosofia del Denaro - Tratto da uniurb.it

La "Filosofia del denaro" (1900) è stata spesso considerata l'opera migliore di Simmel: essa pone il denaro come simbolo dell'epoca moderna , epoca caratterizzata dall'impersonalità dei rapporti umani, sempre più freddi e distaccati, per analizzare poi, nell'ultima parte dell'opera, le conseguenze negative derivanti dalla sempre maggiore diffusione di questa organizzazione monetaria della società, e riconosce nella più grave, la riduzione dei valori qualitativi a valori quantitativi (tutte tematiche già in qualche misura toccate da Marx stesso), dato che la vita diventa un continuo calcolo matematico, che porta alla prevaricazione da parte dell'attività intellettuale delle attività spirituali, in particolar modo di quelle affettive ed emotive. L'ambiente perfetto per questa società è la grande città : gli effetti che suscita nell'individuo vengono studiati ne "La metropoli e la vita mentale". L'uomo diventa un piccolo ingranaggio rispetto all'enormità di tutto il sistema, ed è costretto ad aumentare la sua attività nervosa per adattarsi ai veloci cambiamenti tra sensazioni esterne ed interne.
Il tema principale della "Filosofia del denaro", è però il predominio dello spirito oggettivo su quello soggettivo, che porta sino all'alienazione totale dell'individuo: causa principale di questa situazione è la divisione del lavoro dopo l'invenzione delle macchine; l'uomo diventa parte di un processo di produzione, non si riconosce più come autore del lavoro. Per Simmel l'individuo moderno è mobile, fluido, plasmabile ma nel senso di un intreccio variabile di realtà date e di possibilità costruite. L'uomo moderno è simile a una cifra da cassaforte, formata da elementi comuni a tutti gli altri, mescolati però in modo da produrre una precisa e inconfondibile combinazione. Nel passato l'uomo era incapsulato dentro una molteplicità di sfere tendenzialmente concentriche (famiglia, stirpe, corporazione, Stato, Chiesa). Abbandonando tale ordine e ponendo il singolo all'intersezione di circoli sociali eccentrici, la società contemporanea avanza invece verso una accentuata differenziazione. L'individuo diventa così tanto più se stesso, quanto più ingloba tratti di universalità condivisi con altri e quanto più allarga il ventaglio delle combinazioni possibili (la tematica della massificazione è sullo sfondo).
Oscillando tra processi di socializzazione e di personalizzazione, ciascuno ha ora l'opportunità, non sempre colta, di realizzarsi. Dare senso alla propria vita quando la centralità dell'individuo non è più garantita dalle istituzioni, è tuttavia un'impresa ardua. A ogni accrescimento del ruolo della soggettività si produce infatti, come contraccolpo, una dilatazione dell'ambito dell'oggettività (e viceversa), nel senso, ad esempio, in cui la razionalità inserita in una semplice macchina da cucire (oggettività priva di coscienza, progettata però consapevolmente da uno o più uomini) prende il posto della coscienza, dell'abilità, della capacità, dell'attenzione della donna che con l'ago e il filo eseguiva a mano le medesime operazioni. Simili movimenti risultano ora inglobati nella razionalità interna della macchina , in cui lo spirito è - per così dire - trapassato. La diffusione delle macchine esonera dalle mansioni più pesanti o che richiedono maggior tempo, ma la prestazione si paga, persino nel campo dei lavori domestici. Alla donna di determinati ceti si spalanca infatti, all'improvviso, un inatteso spazio di virtualità, di tempo libero, di cui essa però non ha ancora appreso a godere. La nuova condizione la mette anzi in conflitto con il proprio ruolo tradizionale, giacché il matrimonio in quanto istituzione non ha progredito con la stessa velocità dello "spirito soggettivo" dei coniugi e delle innovazioni tecniche.
La liberazione dalle fatiche non si traduce così in una maggiore soddisfazione personale, in un aumento sensato del tempo di una vita sensata: moltissime donne della classe borghese hanno visto sfuggire il contenuto attivo della vita senza che con altrettanta rapidità altre attività o altre mete siano subentrate nel posto rimasto vuoto. La frequente insoddisfazione delle donne moderne, l'inutilizzabilità delle loro forze che retroagendo provocano tutta una serie di turbamenti e di distruzioni, la loro ricerca, in parte sana e in parte morbosa, di conferme in un ambito esterno alla casa, è il risultato del fatto che la tecnica nella sua oggettività ha preso un cammino proprio, più rapido della possibilità di sviluppo delle persone. Quanto più la razionalità emigra dalla coscienza soggettiva e si insedia in automatismi e supporti materiali (come il denaro), tanto più il singolo rischia dunque di venire svuotato delle sue precedenti prerogative.
La razionalità tende a diventare priva di senso e il senso privo di razionalità. Il trasferimento della spiritualità entro automatismi oggettivi lascia tuttavia agli individui uno spazio sempre più ampio di libertà e di indeterminatezza. Essi non si devono ora preoccupare tanto di sopravvivere, quanto di non "sottovivere", ossia di non restare al di sotto delle proprie possibilità inespresse.





TRA LE OPERE

- 1890 La differenziazione sociale.
- 1900 Filosofia del denaro.
- 1903 La metropoli e la vita dello spirito.
- 1906 La religione.
- 1908 Sociologia (Ricerca sulle forme di associazione).




  MATERIALE TRATTO ED INTEGRATO DA:
- Antonio Saccà, Storia della Sociologia
- Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" - Uniurb.it







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